Vincitori Concorso letterario Attraverso l’Italia I Edizione

– Rosana Crispim Da Costa è nata a San Paolo del Brasile. Vive in Italia da diversi anni. Ha ottenuto numerosi premi nei vari concorsi letterari. Ha pubblicato la raccolta di poesie e prosa “Il Mio Corpo Traduce Molte Lingue” con Fara Editore e nel 2010 l’antologia “Tra Mura di Vento” – Editore Centro Studi Tindari Patti, oltre alle poesie raccolte in varie antologie poetiche. Collabora con radio e televisioni private, realizzando servizi di attualità e costume. Da diciotto anni è docente di giochi interculturali. Di recente ha iniziato l’attività di paroliere per diversi musicisti. Ha ideato e presenta in diverse città lo spettacolo “Poesie e Suoni Oltre i Confini” insieme ai musicisti Jamal Ouassini e Arup Kanti. Autrice, regista del progetto I dialetti nella valle del mondo con la collaborazione dell’associazione DLA’ DE FOSS di cui è socia fondatrice.

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RACCOLTA

Il mio seme è terra lontana
Fertile
di speranze calpestate
Annaffiato
da un orgoglio nero
Nei campi
dove divento polvere
Lascio gocce di sudore clandestino
E nessuno mi vede
Nessuno si accorge della mia voce
Ho perso anche il mio nome
in mezzo alla frutta sugosa
E il mio cuore sopravvive
per la nostalgia che urla il ritorno
verso la mia terra
Ragazza madre
abbandonata
con il figlio che ancora succhia attaccato
alle sue mammelle nere
Al posto del latte
lacrime aspre
Il sole brucia la mia memoria
il mio sangue in turbinio
ascolta i messaggi dei tamburi
Non conosco niente del paese delle mele
Non sento il canto degli uccelli
Non sento il conforto dell’arrivo
Questa raccolta sembra infinita

– Cresciuta in USA nel grande bosco di New Hampshire, Miranda MacPhail (classe 1964) ha sempre scritto sia per fissare le impressioni della natura sia per dare voce alle sue due lingue, inglese e italiano.
Scopre l’importanza della scrittura durante un primo soggiorno in Italia nel 1981 e comprende che grazie ad essa può dare voce alla struggente nostalgia per la lingua. Quando rientra in USA per laurearsi in italianistica a Dartmouth College, le si ripresenta un sentimento nostalgico nuovo perchè questa volta rivolto alla lingua italiana. Alcune sue poesie sono incluse nell’antologia di Grafio “Laboratorio Forme 1” di Attucci editore (2008). Inoltre ha vinto diversi premi con la pubblicazione di poesie all’interno di antologie. Attualmente collabora e scrive sul blog di Grafio. Svolge l’attività di traduttrice e consulente per la casa editrice SUI (Sviluppi Umani Immaginati) di Prato.
Ecco cosa scrive lei stessa riferendosi alla sua scrittura:
“All’inizio portavo addosso il silenzio del bosco in cui sono cresciuta. Enunciare parole di tale immensita’ vuol dire credere nel potere magico del suono della parola, permettere al echeggio interno/esterno di prendere corpo.
In questo periodo della mia vita trovo che la scrittura rivesta per me anche una funzione etica molto forte. Viviamo un tempo che vorrebbe negare la dignita’ del linguaggio attento e preciso e sento l’esigenza di difendere il diritto della lingua di significare e di aprire nuovi territori della mente e dell’azione umana”.

Specchietto retrovisore: panni stesi

Il vento, come l’amore, non si trova da nessuna parte
anima solo i panni vuoti
bandiere sventolanti sull’orlo di significare.

Quando e’ troppo le camicie si
contorciono, si dibattono, tenute
eppure sospese nel vuoto:
abbraccio impossibile.

Salvatore D’Aprano nasce a Castelforte, provincia di Latina il 28 / 11 / 1940
e dal 1960 vive in Canada. Scrive dal 1980 ed ha pubblicato in Italia tre raccolte di poesie: “ Alla mia patria “ 1987, “ Le radici dell’anima “ 2002, “Oltre cielo e mare” 2009. Vincitore di numerosi premi, egli è presente anche in 73 antologie pubblicate in diversi paesi come: Italia, Canada, Germania, Australia
e Stati Uniti. Scrive in italiano, francese, inglese e spagnolo.

”L’esule“

Erro,
eterno straniero
tra l’oceanica calca
e malgrado l’incessante
brulichio umano
dell’ora di punta
ho la sensazione di trovarmi
in una deserta necropoli
dove il dolore cavalca
uno stallone nero.
È impigliata
nella ragnatela del fato
la mia vita d’esule.
Cerco disperatamente
una mano amica
in questa terra non mia,
ma il mio accorato grido
si perde nel labirinto
del disamore.
Sarò sempre straniero.
E continuo ad errare
in questo doloroso angiporto
tra sguardi biechi,
incatenato.